Stories
i-nvenzioni letterarie
qualche ittica storia, miei brevi scritti pubblicati sul leggendario newsgroup it.arti.scrivere, una fucina di saltimbanchi della parola, ma soprattutto un gruppo di amici uniti nello *spirito*
- illustrazioni by Ittica

 

Unplugged

Mauro e Bani stavano smontando gli strumenti dal palco della Concorde Lounge, io li osservavo seduta sul rack degli effetti per chitarra. in quei mucchi di cavi aggrovigliati mi sembrava di vedere il senso della vita, cazzo, proprio quello. ce n'erano di diversi colori, quasi tutti erano sudici di un misto di polvere e birra colataci su da tempo immemore. qualcuno aveva il jack dorato (quelli nobili) la maggior parte color acciaio, meno pregiati. Mauro li arrotolava velocemente, mettendo via quelli che sapeva essere difettosi e necessitavano di una bella saldatina. mossa inutile, tanto poi alla prossima serata li avrebbe usati ugualmente ed avrebbe bestemmiato al loro fastidiosissimo sfrigolio, maledicendo la sua pigrizia che gli aveva impedito di ripararli. Bani staccava le loro estremità dal mixer, uno dopo l'altro, e a me pareva di assistere a tutta una serie di eutanasie, una carneficina. mi son sempre sembrati oggetti così anacronistici, i cavi audio: siamo nel duemila, perdìo, posso capire quelli elettrici, difficilmente riesco ad immaginare di trasferir corrente senza il bisogno di un corpo conduttore, ma l'audio! ok, ok ci sono i radiotrasmettitori ma sono costosi e inaffidabili, nel bel mezzo del concerto ti entra un'interferenza di radio Babboleo che trasmette un collegamento in esclusiva con l'inviato al G8 e sei fregato. insomma che siamo ancora legati a questi antipatici accessori e ce li dobbiamo portar dietro dappertutto, infilandoli negli angoli delle custodie, rubandoceli gli uni con gli altri quando si suona in più di un gruppo sullo stesso palco. ma io sono nata e cresciuta nelle sale prove, sugli stages di mezzo mondo, e quegli stessi cavi che tanto mi sono odiosi quando tocca a me smontare la baracca, ora mi facevano tenerezza nel loro avvinghiarsi l'uno all'altro, nella loro costante presenza in ogni tempo, in ogni dove. "questa è la mia vita, questo è il mio posto" e nel frattempo si avvicinava Mauro distogliendomi dalle mie futili elucubrazioni dicendomi che potevo spostare il culo sul woofer, se volevo, ma che aveva da chiudere il suo rack. e mentre lui concludeva con successo l'operazione, io fregavo un sorso di birra dalla sua lattina.

by ittica 2002 


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