Stories
i-nvenzioni letterarie
qualche ittica storia, miei brevi scritti pubblicati sul leggendario newsgroup it.arti.scrivere, una fucina di saltimbanchi della parola, ma soprattutto un gruppo di amici uniti nello *spirito*
- illustrazioni by Ittica

 

La spesa

il primo aveva comprato l'arroganza. ne aveva da vendere, uh, quanta! era fiero del suo nuovo acquisto e non perdeva occasione per mostrarlo a tutti. "sono un uomo di successo" pensava "non ho bisogno di nessuno".

il secondo si abbottonava la giacca, lentamente. nel cestellino di plastica rossa aveva bellezza -a chili- e qualche etto di convinzione. irresistibile, si trovava irresistibile. "son talmente sexy che guardandomi allo specchio mi eccito da solo" pensava, soddisfatto del riflesso che gli rimandava la vetrina. scodinzolava per il capannone senza neppure lumare intorno -come faceva di solito- alla ricerca di uno sguardo complice femminile: non gl'importava più, non gli servivano conferme.

il terzo spingeva a fatica il suo carrello strapieno di paranoia. trasbordava da ogni lato e sarebbe stato impossibile arrivare alla cassa senza lasciarne una scia consistente sul pavimento. arrancava, e si guardava intorno sperando che nessuno notasse il disastro che stava seminando nel corridoio antistante l'uscita. si chiedeva perché diavolo non aveva preso uno di quei bei borsoni di plastica gialla a disposizione dei clienti del market, invece del carrello: almeno sarebbe riuscito a contenere il tutto ed evitare che scolasse giù per terra, a favore dei bimbi che giocavano a girotondo. e invece...

ce n'era anche un quarto, ed era il più bislacco: lui aveva fatto il pieno di tragedie. tutte finte, per carità, ma imitazioni di un certo valore. difficile distinguerle dagli originali, neppure lui era sicuro che -a distanza d'anni, quando la memoria avrebbe cominciato a confondersi- ci sarebbe riuscito. avvilito, si convinceva man mano che avanzava, che tutto questo gli avrebbe creato alla fin fine una marea di problemi cui nessuno mai avrebbe dato il giusto peso.

il quinto... il quinto era avanti, avanti. non essendo riuscito a trovare dell'egoismo di marca (era in offerta e andava a ruba) si era impadronito di tutto lo scaffale del cattivo gusto, senza lasciarne una briciola per nessuno. bel colpo.

il sesto aveva barattato la sua intelligenza con uno stock di scatolette contenenti falsità e ipocrisie d'ogni genere. niente di originale, lo sapeva, non avrebbe stupito gli amici con la sua spesa, ma poteva sempre dire che aveva fatto tardi per colpa della fidanzata noiosa e non era rimasto niente di meglio. non aveva neanche una fidanzata noiosa, ma non sarebbe stato difficile far credere a tutti che un paio di sere prima si era messo insieme a Manuela, tanto.

il settimo era l'ultimo della fila. sgranocchiava semi di zucca, aveva gli occhi trasparenti ed il carrello vuoto. d'altronde non avrebbe neanche avuto i soldi per pagare poiché li aveva spesi tutti per il biglietto del treno, ma stava in coda lo stesso, e ammazzava il tempo giocherellando con quei quattro spiccioli che la macchinetta automatica gli aveva dato di resto. arrivato alla cassa gli venne un'idea bizzarra e posò sul tapis-roulant tutti i suoi buoni sentimenti. la cassiera alzò il naso seccata, alla ricerca del volto dello sconosciuto che doveva pagare una cosa che non aveva prezzo. che fosse un articolo nuovo? doveva forse chiedere alla collega della numero due? ah, non ne aveva voglia, era in chiusura, quello era l'ultimo e pareva pure un fessacchiotto che non avrebbe piantato casini... inserì a mano il codice dell'indifferenza (lo sapeva a memoria) "per quel che ne so io, devono avere più o meno lo stesso valore", aggiunse la sportina di plastica e batté lo scontrino.

by ittica 2001


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